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Monsterhearts: St. Vincent’s College – 4ª sessione

Ed eccoci: dopo due settimane di pausa, abbiamo ripreso la nostra campagna di Monsterhearts ambientata in Inghilterra al St. Vincent’s College. Due settimane fa, avevamo lasciato i nostri eroi in una situazione molto spinosa, con Donavan appena diventato il suo Sé Oscuro.

Premetto che nel momento in cui scrivo è passata una settimana dacché abbiamo giocato, per cui mi scuso se a volte sarò impreciso oppure prenderò degli abbagli. Se i miei compagni di gioco dovessero segnalarmi delle imprecisioni, correggerò il post appena possibile.

Vignette iniziali

Come prima cosa Davide, l’MC, ha seguitato nell’uso di quella sua tecnica particolare: giocare delle “vignette” di flashback o approfondimento, prima di cominciare a giocare la sessione vera e propria, piuttosto che fare domande ai giocatori sui loro PG.

All’inizio di questa sessione, Davide ha dato a turno tre spunti a testa e ci ha detto che avremmo dovuto rispondere descrivendo delle immagini evocative, come delle istantanee da Polaroid, legate in qualche modo alla guerra tra mostri e cacciatori.

A me/Deanna Davide dà questi spunti:

  • “Una musica triste”: descrivo una scena di un funerale; alcune persone sono a cerchio attorno a delle tombe appena scavate in un cimitero, come ad officiare un funerale. Di sottofondo c’è una musica di requiem;
  • “Qualcosa con un buon profumo”: descrivo un reggiseno di pizzo con delle ciocche di capelli rossi rimaste ingarbugliate nel gancetto;
  • “Qualcosa di tenero”: descrivo un orsacchiotto di pezza adagiato su un vecchio letto a baldacchino. L’orsacchiotto ha per occhi dei bottoni, di cui uno mancante, ed è chiaramente macchiato di sangue.
Sulle vignette degli altri ho dei ricordi meno chiari sugli spunti dati da Davide, ma Erica/Laina descrive:
  • Una ragazza armata di spada che piange la morte di un ragazzo;
  • “Una tempesta in arrivo” (?): uno squadrone che si prepara all’attacco mentre spira un vento vigoroso;
  • “Un momento di condivisione” (?): due persone sotto un albero che condividono un pezzo di pane.
Infine, Martino/Donavan descrive:

  • “Il canto di qualcuno” (?): un mostro che, dall’esterno della finestra di una casa, spia una ragazza che canta sulle note di un piano;
  • Un cadavere rimasto impigliato e intrecciato tra i rami degli alberi;
  • “Una forte pioggia” (?): uno squadrone di persone che si prepara a combattere sotto una forte pioggia.
Col senno di poi, devo dire che non tutte le vignette erano legate al concetto della guerra o del conflitto, ma Davide non ha posto obiezioni, per cui evidentemente andavano benissimo così.

Scena I: Donavan in Sé Oscuro

Questa sessione riprende con Donavan che sbotta contro Laina, Deanna e gli spiriti della foresta, colpevoli di aver riso di lui. Egli si erge risoluto e alquanto aggressivo e sfida gli spiriti a farsi avanti per fronteggiarlo. Emerge uno di essi, contro il quale Donavan si scaglia, ma il suo pugno impatta su di esso come sulla corteccia di un albero: la sua forza è enorme e smisurata e Donovan lo ferisce come non mai prima, sebbene anche lui si faccia un poco di male alla mano con cui lo ha colpito.

Qui commettiamo un errore come gruppo, in quando Davide chiede a Martino la condizione di uscita dal Sé Oscuro, che è:

You escape your Darkest Self when you hurt one of those people more than they've ever hurt anyone else... and more than you meant to.

Leggiamo male la descrizione e capiamo che la condizione di uscita avviene quando Donavan fa male a qualcuno più di quanto egli non abbia mai fatto e avesse intenzione di fare, per cui stabiliamo che Donavan esce dal Sé Oscuro quasi immediatamente.

Dopodiché la scena si disinnesca, perché il mostro della selva non cerca conflitto fisico (faccio notare che, in tutto questo, Donavan ha già 3 danni addosso), ma lo rimprovera per il fatto di fraternizzare con i cacciatori come Laina. Nel frattempo, io/Deanna cerco di convincere i miei compagni a portare Donavan in infermeria (lo vedo ferito e si comporta in maniera… insolita) e alla fine è lì che andiamo.

Scena II: In infermeria

Quando arriviamo in infermeria, non ci sono gli addetti, ma ci sono delle persone che aspettano: Cordelia, con un braccio visibilmente ferito, e Carolyna, che i professori hanno mandato lì in osservazione per evitare che facesse sciocchezze, dato lo shock subìto.
Io/Deanna chiedo a Cordelia le ragioni del suo essere lì, e lei ci dice che ha avuto degli scontri con altri cacciatori. Ne nasce un battibecco tra lei e Laina e la cacciatrice vorrebbe scagliarsi addosso alla vampira per metterla a posto, ma io spendo una stringa su Laina e le offro esperienza in cambio di trattenersi. Deanna fa un discorsetto (secondo me) commovente sull’inutilità della guerra e sul fatto che gli adulti non sappiamo che parlare di quello, mentre io vorrei solo che le persone che amo non si ammazzassero tra di loro. Laina sembra toccata: accetta l’esperienza e si blocca.

Nel frattempo, Donavan riceve le attenzioni delle ragazze (Deanna, Laina e Carolyna), che si mettono a medicarlo (cura 1 danno). In quel frangente arriva il professor Ian Gladder, che chiede spiegazioni sull’assembramento di gente in infermeria. Ne nasce un duello verbale con Laina che perde le staffe e lo colpisce alle gambe con una mazza da baseball prelevata dal suo “zaino magico” (sembra un normale zainetto da scuola, ma dentro c’è un vero e proprio arsenale).

Così il professor Gladder viene messo a posto e subito dopo è indotto ad andarsene dal potere di Donavan che fa sì che la gente si dimentichi di lui (la sua mossa Negatives). A questo punto, lasciamo l’infermeria e ci separiamo.

Scena III: Il funerale di James Cunningham

Davide ci chiede se vogliamo una qualche scena particolare e noi rispondiamo che non abbiamo richieste particolari e che possiamo tranquillamente andare avanti. Lui imposta una scena il giorno dopo, al funerale di James, il compagno di classe morto suicida.
Siamo nella cappella della scuola e il professor Gladder, dopo uno dei classici discorsi ufficiali fintamente toccati, chiama a intervenire “a sorpresa” i nostri tre protagonisti. Laina va per prima, dicendo che è chiaro che James non è morto suicida e giura davanti a tutti di gettare verità sulla sua morte. Sean, figlio del preside e complice di James nella malefatta verso Carolyna, schernisce Deanna, accusandola di essere una che va con tutti. Io/Deanna rispondo che «Almeno io non devo drogarli per andarci». Siamo tutti d’accordo che è un gelare grosso come una casa e lo tiro, prendendomi una stringa su Sean e lasciandolo chiaramente ferito e senza possibilità di replica.
Poi prende la parola anche Laina, che accusa tutti gli astanti di essere colpevoli della morte di James e dice persino delle parolacce, al che il prof. Gladder le toglie il microfono e la manda a sedersi, mentre tutti la scherniscono.

Infine, prende la parola Donavan, che fa il discorso più serio e toccante tra i tre, ma non viene lasciato finire, poiché accusato dai compagni di classe di essere lui il colpevole della morte di James, perché ancora ritenuto (ingiustamente) l’aggressore di Carolyna.

Non passa molto da quando Donavan torna a sedersi che, da fuori la cappella, si sentono dei forti rumori di tempesta in arrivo e tutto trema paurosamente. La gente corre fuori dalla cappella disperata e io/Deanna guardo nel mio abisso: chiedo a Davide informazioni o sulla cosa in arrivo o sulla morte di James. Mi ritrovo nel mio cimitero gotico, dove una statua bianca mi parla e mi dice che qualcosa di pericoloso sta arrivando e che vuole mietere vittime.

Quando mi riprendo, cerco Laina e Donavan, gli dico che ho avuto delle visioni su cosa sta arrivando e che dobbiamo andargli in contro e fermarlo, oppure molta gente innocente morirà. La sessione finisce con i tre protagonisti lasciano la cappella diretti verso quell’oscura minaccia.

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