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Marco vuole provare a far giocare di ruolo Giulia, la sua ragazza

Ieri mattina, Chiara e Giuseppe di Morgengabe, dalla loro pagina Facebook, ponevano un quesito ai loro followers per la rubrica “#IlDubbio”:
Uno dei tuoi compagni di party sta frequentando una ragazza. Propone di farla giocare di ruolo. Lui non sa ancora se il gioco di ruolo possa interessarle. Che cosa gli consigli?
Siccome mi è probabilmente uscita una risposta che vale la pena salvare da qualche parte, la riporto qui sotto:
Allora, ci sono due punti da tenere in considerazione: da una parte, il rispetto per noi e per la nostra partita; dall’altra, il rispetto per la ragazza.
Quindi, chiedo al mio amico (mettiamo che si chiami Marco) se la sua ragazza (mettiamo che si chiami Giulia) vuole davvero provare a giocare di ruolo: se ha espresso curiosità a riguardo o se si è sinceramente detta disposta a provare, e non di è detta disposta a giocare solo perché lui le ha rotto le palle per qualche settimana e voleva semplicemente farlo stare zitto. Se la risposta è positiva, si può andare avanti. E questa è la prima parte del rispetto per la ragazza.
Poi, c’è il rispetto per noi e per la nostra partita: se stiamo giocando a un gioco con una durata medio-lunga, questo significa che ci siamo impegnati a vederci per un periodo abbastanza lungo, di almeno qualche settimana. Non possiamo prendere una persona x, che neanche sa se è interessata al gioco di ruolo, e sbatterla nella nostra partita come se nulla fosse. Dobbiamo rispetto a noi, e alla nostra partita. E questa è la prima parte del rispetto per noi e per la nostra partita.
Quindi, chiedo a chi dei presenti vuole provare a giocare con Giulia se è disposto a vederci un’altra sera per provare una one-shot di qualcosa (so che sono pieno anche di giochi da one-shot). Questa è la seconda parte del rispetto per noi e per la nostra partita: il gioco è un’attività volontaria ed è bene che si unisca a questa impresa solo chi vuole davvero. Nel caso tutti dessero pacco, sto comunque in una botte di ferro: conosco decine di giochi che funzionano benissimo con tre partecipanti (io, Marco e Giulia).
Poi chiedo a Marco di sentire Giulia e di chiederle che tipo di storie le interessano. Non ha senso farle provare cosa piace a noi. Ci scommetto che finiremmo a sparare ai nazisti zombi – cosa che adoro, per inciso – ma se facciamo provare un gioco di ruolo a una persona e speriamo di farla rimanere a giocare, dobbiamo farle provare qualcosa che possa piacerle. Magari, parlando con lei, salta fuori che si è vista tutto Teen Wolf e che giocare una cosa del genere le piacerebbe, per cui propongo agli altri di giocare a Cuori di mostro II. Questa è la seconda parte del rispetto per la ragazza.
Infine, cerchiamo una sera e un gioco che stia bene a tutti quelli che dovranno giocare. Ci diamo appuntamento e giochiamo. Questa è la terza parte del rispetto per noi (per noi tutti, compresa Giulia) e per la nostra partita (quella che ci apprestiamo a giocare con Giulia).
Come gestire la partita è un capitolo a parte, e non ne parlerò qui, ma, per l’amor del cielo, occorrerà evitare di metterla all’angolo. Quindi, niente paternalismi, stereotipi sessisti e mansplaining. E questa è la terza parte del rispetto per la ragazza, e forse del rispetto che dovremmo a tutte le ragazze.

0 commenti su “Marco vuole provare a far giocare di ruolo Giulia, la sua ragazza”

  1. Fanmail! 😀

    è un discorso che non trovo difficile da gestire perchè sono abituato a fare demo alle convention e a far provare giochi nuovi a giocatori storici così come a completi neofiti. Credo di saper come far provare a qualcuno l'esperienza dei gdr e ovviamente concordo che è *conditio sine qua non* il fatto che il giocatore stesso (o in questo caso la giocatrice stessa) sia per primo interessato e intenzionato a provare.

    Una cosa che secondo me vale la pena sottolineare è che la one shot ha anche un altro vantaggio in questo caso: nella sfortunata (ma possibile) ipotesi che la giocatrice decida che no, i gdr non fanno per lei, con una one shot avrebbe la possibilità di dirlo serenamente senza il rischio di "rovinare la campagna" al gruppo. Non c'è cosa peggiore che avere al tavolo qualcuno che non vuole giocare e che non si diverte ^^

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