Vai al contenuto

Diegesi e mimesi nel gioco di ruolo

di Giulia Cursi
Mi sono ritrovata a leggere alcuni testi riguardo i tipi di giochi di ruolo dal vivo (o larp) e mi sono imbattuta nell’aggettivo “diegetico”. Mi sono chiesta cosa significasse non tanto la parola stessa, ma associata al contesto e nel chiedere informazioni a degli amici ne è nata una discussione interessante.
Ho chiesto aiuto a Riccardo Bongiovanni (amministratore della pagina Facebook “L’Avventuriero Precario”) per scrivere questo articolo e aiutarmi a fare le riflessioni che vi esporrò sotto.
Non ho la pretesa di scrivere un articolo di stampo accademico. Sono principalmente delle libere riflessioni; sarò curiosa di leggere eventuali commenti e ritrovarmi, poi, magari ad ampliare il discorso con un secondo articolo sul tema.

Cosa sono diegesi e mimesi?

Il linguaggio che usiamo dà forma ai nostri pensieri, per questo, quando ampliamo le nostre forme di linguaggio, cambia anche il modo in cui pensiamo.
Partiamo da una breve spiegazione di cosa siano la diegesi e la mimesi:

Il termine “diegesi” indica una narrazione svolta interamente da un narratore manifesto. Vale a dire che il narratore descrive l’andamento delle vicende, i personaggi, i loro pensieri e le loro relazioni e tutte le altre informazioni importanti. Lo spettatore non deve interpretare nulla, ma solo ricevere ciò che gli viene fornito. 

Questo modo di narrare si contrappone alla “mimesi”, in cui non esiste un narratore, bensì le vicende sono rievocate attraverso la parola e il gesto di personaggi coinvolti. I personaggi stessi descrivono le proprie sensazioni o le fanno intendere tramite il gesto. Ciò che non ci viene fornito dai personaggi ci è ignoto. 

Per fare un esempio, la narrazione diegetica è rappresentata dalla sceneggiatura di un film, mentre il film stesso è un esempio di mimesi. 

Riccardo Bongiovanni

Come entra tutto ciò nel gioco di ruolo?

Prendiamo ora questi due concetti e applichiamoli ai giochi di ruolo.
Per poter scrivere un gioco o analizzarlo in maniera critica è importante saperne separare le componenti. Per prima cosa, è necessario riconoscere ciò che fa parte della giocata e ciò che, invece, è parte del gioco.
Può sembrare strano questo discorso, ma non è così scontato. In particolare, nei giochi freeform, dove le regole non sono molte e lasciano ampio spazio ai giocatori di narrare o interpretare ciò che vogliono, il confine tra il gioco stesso e la giocata può risultare più sfumato.
Andiamo, dunque, a identificare cosa in un gioco di ruolo appartiene alla diegesi e cosa alla mimesi, permettendo anche a voi di poter individuare questi elementi.
In un gioco di ruolo da tavolo o dal vivo, la diegesi può essere rilevata se c’è una struttura di storia, con scene predecise o eventi che avverranno (esempi: Montsegur 1244 e Dubbio). Vanno anche considerati i giochi che prevedono un finale più o meno definito fin dall’inizio, ad esempio Ten Candles avverte fin dall’inizio che nel finale della giocata tutti i personaggi saranno morti.
Nel gioco di ruolo dal vivo è più facile distinguere ciò che appartiene all’ambito della mimesi perché, solitamente, tu sei il tuo personaggio anche fisicamente: ogni gesto che fai e ogni parola che dici sono ciò che il tuo personaggio sta facendo e dicendo. Nel gioco di ruolo al tavolo, invece, è praticamente impossibile non passare per uno stile diegetico durante la giocata perché, per forza di cose, devi raccontare cosa fa il tuo personaggio e descriverlo, dato che gli altri non lo vedono con i loro occhi.
In questo caso, non si può parlare di diegesi pura, poiché il giocatore, solitamente, non sa che esiti avranno le sue azioni, mentre il ruolo del master è più facilmente riconducibile alla vera e propria diegesi. In molti giochi è il master (GM, Narratore, MC, Custode, ecc.) a descrivere gli esiti delle azioni degli altri giocatori. Da notare che non è importante che il ruolo sia ricoperto sempre dalla stessa persona: ad esempio, in Annalise la Guida sarà un ruolo ricoperto da tutti i giocatori, nel corso della partita.

Per esempio, in I Say a Little Prayer le vicende sono ambientate in un luogo preciso, determinati eventi devono accadere e i PG devono compiere necessariamente alcuni gesti. Questa componente è diegetica,ma queste cose non entrano nella scena: sono a monte, nella scena non le vedi; vedi, invece, i dialoghi tra i PG e i loro comportamenti mandare avanti la storia. Quella è mimesi.

Riccardo Bongiovanni

Al giorno d’oggi, esistono molti termini inglesi per definire sia le parti dei giochi che i tipi di giochi: questi termini sono molto utili per creare un linguaggio comune a livello internazionale. Ad ogni modo, mi interessava utilizzare dei termini della nostra lingua per vedere se mi avrebbero portato a riflessioni nuove ed, effettivamente, ora vedo alcune parti dei giochi di ruolo sotto un’altra prospettiva.

Bibliografia

  • Platone, Repubblica X

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *