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Wolfenblot: La terra di Oblivia

È così avete sentito che sto lavorando a un nuovo progetto dal nome in codice Wolfenblot?

Fermi tutti! Come prima cosa, mettete su questa e ascoltatela mentre leggete:

Si tratta di un mondo di avventure per Fate che fa un uso massiccio degli ingredienti: sword & sorcery e lupi. L’idea mi è stata data da Wolfspell, un gioco breve di Epidiah Ravachol, pubblicato nel secondo numero della sua e-zine Worlds Without Master. Ovviamente ho una tonnellata di altre fonti d’ispirazione, ma questa è sicuramente quella principale.
Ma oggi non sono qui per parlarvi di questo. Oggi sono qui per darvi qualche informazione su Oblivia, il mondo in cui sono ambientate le avventure di Wolfenblot.
Fonte dell’illustrazione.

Tanto tempo fa, in terre molto lontane dalle nostre, vi era un paese conosciuto sotto il nome di Oblivia. Le genti che abitavano Oblivia erano uomini simili in tutto e per tutto a noi, e avevano dato vita a civiltà prospere sotto il cielo dominato dai Signori Imperituri.

Allora, il cielo e la terra risuonavano della stessa legge: l’ordine che i Signori Imperituri avevano dato al mondo.

E il mondo di Oblivia era torreggiato da alte montagne e coperto di lussureggianti foreste, e vi era neve e ghiaccio in tutte le stagioni, sebbene in quantità diverse. Un maestoso oceano circondava Oblivia in tutte le direzioni.

Diversi audaci, o folli secondo alcuni, si avventurarono oltre il finis terrae per sondare i confini del grande oceano e, sebbene le storie su di loro si sprecassero, mai nessuno di essi aveva fatto ritorno per raccontare ciò che si trovava dove le carte degli uomini dicevano hic sunt dracones.

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