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Minitesto lovecraftiano 1

Quando Isabelle Rosen sfogliava i libri c’era sempre qualcosa che la attirava: la struttura di fabbricazione della carta, con i filoni e le vergelle, il colore, l’odore… I fogli di quel libro si muovevano in su e in giù – elastici, ma vincolati al costolone dalla salda cucitura – come spostati dall’aria della fredda stanza.
Ad un certo punto vide quello che cercava: “De vermis mysteriis” in caratteri corsivi, vicino al disegno fatto a penna, con inchiostro di nerofumo, di quella che aveva tutta l’impressione di essere il fossile di una grossa conchiglia. C’era qualcosa di strano in quel disegno, come se—
Un’ombra dietro di lei si mosse. Isabelle si girò lentamente: «Signor Moriarty! Mi aveva quasi spaventata…»
«La prego, signorina,» disse lui, cortese «dovrebbe indossare questi guanti di velluto quando maneggia i nostri manoscritti. Sa, sono molto antichi.
«Inoltre, volevo avvisarla che la biblioteca chiuderà tra meno di cinque minuti. Per quale università ha detto di lavorare?»
«Miskatonic. Miskatonic University»
«Beh, potrà tornare da noi domani. Apriamo alle nove. Vuole che le tenga il libro in deposito?».
Lei disse di sì e si accomodò all’uscità. Nei suoi occhi risplendeva ancora il sorriso del bibliotecario. Un sorriso pieno di malizia.

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