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Soviet :: Dossier n° 1.1

Il colonnello Dimitri Učenko (n° di codice: NKV 8-14M94) della città di Nuova Kiev (sigla: NKV) sta mettendo in piedi una squadra di tecnici e militari, per indagare sulla cessata comunicazione con l'avamposto e centro di ricerca I.V.A.N.H.O.E., situato a circa 300 km più a est rispetto alla città-stato. Per l'evenienza, organizza un convoglio di soccorso e ispezione, composto da piccoli nuclei di squadre, che dovranno collaborare. Uno di questi è formato da Anastasia (n° di codice: NKV 5-3251M35), un meccanico semplice; Demyansk Rostov (n° di codice: NKV 4-0947M34), un soldato NKVD; e Nikita Pečënkina (n° di codice: NKV 2-217F35), un operaio medico. La benevolenza di Z.A.R. concede loro un'intera giornata di riposo prima della partenza e, la mattina seguente, dei soldati NKVD li prelevano per portarli al condotto sotterraneo, dove li aspetta il convoglio sotterraneo in partenza per l'avamposto I.V.A.N.H.O.E..
Il viaggio è molto lungo e dovrebbe durare una decina di ore, sennonché, vero la fine del tragitto, il convoglio è sbalzato da violente scosse che fanno sì che il gruppo, confinato in uno scompartimento di un vagone del convoglio, prenda violente botte fino a perdere i sensi. Al risveglio, i tre si chiedono cosa sia successo e, nel tentativo di mettersi in contatto con gli altri superstiti, si scontrano con i tre inquilini dello scompartimento a fianco, oramai nello stato di Morti. Dopo averli ridotti malamente e rinchiusi ancora “vivi” nello scompartimento, il gruppo si lancia alla ricerca del vagone con la motrice, nella speranza di ripararlo, ma si rende conto che non sia rimasto nessuno dei loro compagni vivo e che l'intero convoglio sia stato distrutto, salvo per le due carrozze centrali. Colti dal panico, specie dopo aver udito dei suoni inconsulti provenire in lontananza, il gruppo decide di fuggire in direzione dell'avamposto, anche perché il condotto dietro di loro è crollato a causa dell'esplosione.
Dopo aver letto le lettere di istruzioni operative, consegnate loro prima dell'inizio della missione e da aprire solo in caso di emergenza e di morte dei loro diretti superiori, i tre si rintanano in un rifugio di manutenzione del tunnel, dove possono riposarsi per alcune ore, e dove Nikita può curare efficacemente il morso subito da Demyansk. Dalle carte al suo interno, si evince che il rifugio si trovi a meno di 20 km dall'avamposto I.V.A.N.H.O.E.. La marcia riprende dopo il ristoro e prosegue per circa sei ore a piedi nell'angusto e tetro tunnel.
Alla fine, la squadra arriva a quello che sembra essere stata la stazione di attracco dei convogli dell'istallazione. Qui sembra esserci stato più di uno scontro a fuoco, con diverse esplosioni. Il convoglio che sarebbe dovuto giungere a Nuova Kiev è detonato ed inservibile. Come se non bastasse, il portellone che consente l'ingresso all'istallazione vera e propria sembra come sabotato ma, nonostante ciò, Anastasia riesce ad aggirarne il sistema di apertura e a permettere al portellone di aprirsi parzialmente per far entrare lei e i suoi compagni. Anche dentro sembrano esserci stati momenti di tensione, ma la preoccupazione maggiore dei tre è far sì che il portellone si chiuda alle loro spalle, pur potendo essere successivamente aperto dall'interno della base. Anastasia riesce soltanto ad approntare un sistema di emergenza che richiede che almeno due persone attivino simultaneamente due comandi posti a diversi metri di distanza l'uno dall'altro.
L'ispezione della base continua e il gruppo arriva a quella che sembra essere una sala controllo completamente distrutta, forse sabotata. Qui scoprono che la mappa dell'istallazione è stata rimossa e appallottolato per terra trovano un messaggio di consegne proveniente direttamente dal IV Reich e firmato dal terribile Reichmann. Egli, nel messaggio, dava ordine al capitano delle SS Gustav Warner di approntare una squadra molto variegata di SS e Wehrmacht per portare a termine l'operazione di conquista dell'avamposto sovietico come base per un futuro attacco alle città di Z.A.R..
Per il gruppo, oramai bloccato lì, non tira un'aria particolarmente favorevole…

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