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Non Cedere al Sonno: Cremona sub tenebris – Sessione 1

Simone è nel suo studio. È tanto tempo che non dorme, tante ore; forse è passato più di un giorno. La casa editrice vuole il fumetto per il giorno dopo, ma il lavoro da fare è tanto; troppo. La mente non si riposa da tanto, troppo tempo. E si sa che, quando la mente è stanca, si cominciano a dare i numeri, e si vedono e si sentono cose strane. Per Simone queste cose strane sono la concretizzazione dei suoni onomatopeici, man mano che li aggiunge alle sue vignette. Insospettito, decide di andare a controllare in casa e, poi, trovato tutto tranquillo, sul pianerottolo fuori dalla porta dell'appartamento; ma anche qui la tranquillità regna sovrana. Solo, quando ritorna alla sua postazione di lavoro, trova tutto il suo boccettino di china, riempito da poco, svuotato. La cosa gli sembra assai strana, ma ancora peggio è lo strano esserino che si nasconde dietro la sua scrivania. Si tratta di un omino bizzarro, dalle gambe e dalle braccia stilizzate, che ha come corpo una specie di boccetta d'inchiostro, per faccia un pennino di stilografica e, al posto delle dita, tanti piccoli pennini a mo' di artigli. Nonostante la rivelazione, Simone non si turba troppo e reagisce con tranquillità anche all'improvviso scatto di violenza dell'Incubo, che ora reclama come il suo sangue come inchiostro. Ma Simone, imbracciata una squadra di metallo, percuote energicamente l'Incubo, costringendolo a fuggire dalla sua abitazione.

Mario è al lavoro da ore e ore: deve consegnare per il giorno dopo un importante software che gli è stato commissionato. Dormire è diventato un optional, ormai. Ma ecco che squilla il telefono: è l'ospedale. Sua sorella, Sophia, è stata ricoverata d'urgenza, a causa di un grave incidente che ha causato diverse vittime. Mario non perde la calma e, fattosi coraggio, raggiunge l'ospedale. Qui il personale lo indirizza verso il reparto di rianimazione, dove Mario riesce a sapere che sua sorella è attualmente ricoverata insieme alle altre vittime più gravi dell'incidente. Durante l'attesa, ascolta due infermieri – che posano nella corsia, poco distante da lui, una lettiga con su un paziente apparentemente svenuto – sostenere che siano sempre coloro che causano gli incidenti a cavarsela con meno conseguenze cliniche, mentre sono gli altri a morire. Lo strano figuro sulla barella attrae l'attenzione di Mario, dal momento che sembra stranamente artificiale e che dal suo corpo pendono degli strani fili. In un momento di distrazione degli infermieri, questa specie di marionetta di dimensioni umane resuscita miracolosamente e coglie l'occasione per svignarsela, ma Mario interviene saltandogli addosso e immobilizzandolo, impedendone la fuga.

Bianca è a casa a studiare ossessivamente per un oberante esame dell'università. Saranno ore che non si stacca dai libri, uscendo di casa solo quel poco che basta per prendere una boccata d'aria e non impazzire. Eppure, è tutto il giorno che sembra che qualcuno la segua, ma ogni volta che si girava sembrava non esserci nessuno. E, quel che è peggio, ora si sentono quei passi riecheggiare anche in casa. Bianca cerca di ignorarli, come se fossero solo uno scherzo della sua mente, dettato dalla stanchezza. Eppure non è così: non passa molto che qualcuno accende la sua televisione; una cosa stranissima, considerando che ella è a casa da sola. Per questo va a controllare, e trova seduta sul divano una bambina strana, dai capelli biondi e bianca in volto, quasi fosse una bambola di porcellana, che dice di chiamarsi Vicky e di essere arrivata lì tramite una porta nella soffitta della casa, mentre sfuggiva ad uno strano uomo che stava cercando di rapirla. L'espressione incredula di Bianca cambia in fretta, non appena vede una figura da incubo, simile a un babau, scendere dalle scale e dirigersi verso di loro. Bianca e Vicky si precipitano fuori dalla porta di casa, ma è tutto inutile: il loro lottare è invano, e ben presto l'Incubo le cattura con le sue mani dalle dita lunghe e affusolate e le trascina in Mad City, attraverso un portale presente tra il fusto di due alberi in un parco. Segue una passeggiata sulla Giungla dei Tetti, per scendere infine al Bizarre Bazaar, per la precisione al Gran Teatro dei Burattini. Là le due femmine vengono gettate in un carrozzone da circo allestito a gabbia e sentono il Babau mettersi d'accordo sulle loro sorti (che non promettono per nulla bene) con un altro Incubo che non identificano bene.

Davide è sveglio ormai da giorni. Non riesce a darsi pace al pensiero che la polizia possa catturarlo e sbatterlo di nuovo in gattabuia. La gente normale non deve temere questo genere di cose, ma Davide Bilancia eccome se sì: pericoloso criminale, già finito in galera per i crimini più disparati. Già, ma questa non ci voleva proprio: l'aver fatto l'ennesima rapina le cose sono precipitate un po' troppo in fretta. Difficile capire come, ma a Davide è partito un colpo che ha preso in pieno un commesso di nome Renzo. Disperato Davide ha tentato di soccorrerlo – un'accusa per omicidio volontario non fa mai bene a nessuno, specie a chi teme così tanto il soggiorno in prigione – ma è successa una cosa inquietante: il povero commesso, ormai dato per spacciato, si è messo a ridere come un folle e a biascicare frasi senza senso.

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