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Iori Nanasawa

Iori Nanasawa nasce in uno sperduto villaggio dell’est, per essere poi venduta come schiava di piacere ad un mercante di spezie, per ottemperare ad alcuni debiti e a ridurre le bocche da sfamare presso il villaggio. Maltrattata e abusata, la ragazza cresce comunque con uno spirito gioviale, per nascondere la propria tristezza e fragilità.
All’età di dieci anni, il mostro che la teneva con sé, muore in circostanze misteriose e la bambina coglie al volo l’occasione per fuggire, cercando rifugio nei territori selvaggi che la circondavano e che abbondavano di continuo, attorno all’accampamento della carovana. Con un semplice vestito e un paio di scarpette, si avventurò verso la propria libertà, conscia che le probabilità di sopravvivenza erano assai poche.
Dopo qualche giorno di cammino ininterrotto, costellato da fatica e da penurie, alla fine crollò a bocconi sul terreno, sfiancata, e svenne. Quando riaprì gli occhi, si ritrovò sotto delle coperte con un volto calmo e pacifico che la stava osservando e che poi le sussurrò parole così rilassate e stranamente soavi, tanto che ella cadde nuovamente nel sonno.
Nei giorni che seguirono, quando fu nuovamente in grado di camminare, scoprì che era stata salvata da un gruppo di monaci che avevano il loro monastero nei pressi del luogo in cui era svenuta. La trattavano con cura, amore e in maniera completamente disinteressata rispetto a quella del mercante che aveva abusato di lei fino ad allora. Qui il suo carattere giovale si scatenava e conciliava allo stesso tempo con le rigide regole che caratterizzavano l’ordine monacale. Passarono alcune settimane prima che il loro leader la chiamasse a sé.
«So cosa porti con te, so della tua disperazione, del male che ti è stato fatto», le disse, appena entrata.
«So del tuo passato, lo leggo chiaramente nei tuoi occhi. Dietro questa facciata gioviale e dispettosa si cela una bambina impaurita che pensa di non poter sopravvivere senza l’aiuto della gente che la circonda».
Il vecchio monaco l’osservava con sguardo tranquillo, rilassato, come sempre.
«Ma ti sbagli, piccola mia; tu da sola puoi farcela solo se avrai fede in te stessa. Come ben sai, noi siamo un ordine monacale e non possiamo tenere con noi per troppo tempo coloro che non fanno parte dell’ordine».
La bambina cominciò a sentire dentro di sé la disperazione crescere, mentre vedeva il proprio sogno, di poter vivere pacificamente con quelle persone, svanire nel nulla.
«Solitamente non prendiamo neppure donne fra noi, perché tale tu sei, anche se ancora acerba, piccola mia».
«E quindi… Cosa farete di me?», chiese, con una punta di paura nella voce.
«Questo starà a te, Iori. Io sono pronto a farti rimanere qui da noi, ma sappi che non farai mai parte dell’ordine, che non potrai prender parte a nessuna funzione religiosa e che non salirai mai di grado. Ma che ti verranno chieste molte cose per lo stesso ordine. Questo comporterà fatica, sudore, sangue, dolore. E la perdita della libertà. Saresti tu pronta ad accettare tutto questo, Iori?».
La bambina guardò il vecchio che aveva in fronte a sé con crescente timore. Alla fine, anche loro volevano gettarla via o vincolarla? Sentì improvvisamente un vuoto dentro di sé, era veramente pronta a sacrificare ciò che aveva finalmente guadagnato, solo per un tetto sotto cui stare? Decise che il vecchio uomo non stava dicendo quelle cose con convinzione ma che anzi, dietro ad esse si celava una prova.
«Sì, sono pronta per ciò. Vi devo molto, senza di voi sarei già morta, il minimo che posso fare è servirvi». La voce seria, tesa ma determinata.
Pochi secondi dopo, una rauca risata riecheggiò nella saletta, prendendo di contropiede la bambina che, di contro, fece un passo in avanti alzando un pugno.
«Cosa c’è di tanto divertente?», chiese furiosa, alzando la sua vocina da bambina. La risata si calmò, poco per volta , mentre il vecchio si asciugava le lacrime dagli occhi.
«Nulla… solo che hai superato la prova, piccola Iori. La prova di poter gettar via quello che si ha di più caro per lealtà e fedeltà. Sei dei nostri, piccola mia, anche se però non potrai realmente far parte di quest’ordine. Ciò non ti precluderà, però, il rispetto e l’amore di noi tutti e gli insegnamenti che ti daremo».
La ragazzina sgranò gli occhi dallo stupore, mentre sentiva dentro di sé la gioia nascere ed apparire sul suo volto, mentre il vecchio le chiariva i propri compiti e ciò che avrebbe ottenuto dall’ordine.
Quindici anni son passati da quel momento, e Iori è stata mandata in missione presso Kyre, per recuperare alcuni beni di prima necessità. Con lei sono stati mandati anche altri due monaci e un bambino piccolo, che ha trovato durante il suo ritiro presso Solace, sette anni prima.
A Solace, Iori si ritirò per cercare di trovare un po’ di serenità interiore. Qui conobbe un giovane della sua età all’incirca, con il quale intrecciò una storia d’amore che finì in tragedia. Il ragazzo morì durante la difesa della cittadina a causa di un attacco di goblinoidi. Iori pianse a dirotto in quei mesi, mentre sentiva dentro di sé nascere il frutto dell’amore fra loro due, che portò con sé al suo ritorno al monastero. Nessuna domanda le venne fatta, il vecchio la guardò semplicemente e gli occhi videro ciò che lei nascondeva dentro di sé, mentre cresceva il piccolo, tenendolo con sé e allattandolo.
Da quel momento in poi, non andò mai via da lui, portando sempre il piccolo Ryo con sé.

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