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Rhaegar Targaryen

Rhaegar Targaryen nacque nelle lande di Neraka, allevato dalla madre e dal padre, due cavalieri di Neraka. Gli occhi viola e i radi capelli d'argento, furono episodio di meraviglia e di sconcerto all'interno del gruppo di Cavalieri di Neraka, i quali cominciarono a diffidare sempre più di quel bambino così strano. Appena raggiunse l'età giusta (otto anni), cominciò il suo addestramento nell'arte della guerra e delle arti magiche, sviluppando un piacere quasi perverso nel manipolare e piegare la magia al proprio volere, creando incantesimi di immani proporzioni e rendendo colmi di gioia i propri genitori e i cavalieri fra i quali era stato allevato che cominciarono a vedere in lui un possibile futuro comandante, mentre le dicerie di una leggenda serpeggiavano fra le truppe. Rhaegar combatté in numerose battaglie e scaramucce portando seco distruzione e paura nei nemici, ma sviluppando un deciso senso di lealtà e di buon senso che gli facevano vedere sempre più il reale scopo della sua vita. A diciotto anni, cominciò a viaggiare in lungo e in largo per le terre, imparando i costumi locali, sedotto giovani dame che pregavano di tenerlo con loro per il resto della vita e ampliando le proprie conoscenze oltre ogni limite, accumulando sempre più potere magico all'interno del suo corpo. Dopo molti viaggi, finalmente si decise ad adorare il dio della guerra Sargonnas, chiedendogli il potere per riuscire a conquistare quel misero mondo così frivolo e superficiale. Ora vaga per le terre in cerca di una potente spada in grado di distruggere anche il più fiero drago con un semplice fendente.

Questa è la storia che Rhaegar vorrebbe raccontare, ma la realtà è ben diversa. Nacque da una puttana nei territori in Neraka, probabilmente frutto di un semplice rapporto con un cavaliere di Neraka, anche se la madre continuava a giurare del fatto che fosse stato Sargonnas in persona ad averla inseminata, ad averla resa portatrice di un figlio del dio malvagio. Quando però il dio non si presentò per rendere suo il figlio e dare alla madre ciò che le spettava, o che immaginava di ottenere, la madre diventò furiosa odiando il figlio e la stupidità che l'aveva indotta a credere nelle parole di uno sconosciuto. Trattato superficialmente e con noncuranza dalla madre a causa anche dei suoi tratti atipici e dalla schiacciante gentilezza, Rhaegar cominciò fin da piccolo a chiudersi sempre più in sé stesso, maltrattato e sbatacchiato dalla madre e dai bambini dei paesi in cui si spostavano. Ogni giorno che passava, il bambino perdeva un pezzo di gentilezza, convincendosi che il mondo era un posto orrendo popolato solo da persone che volevano fargli del male. Convincendosi sempre più di questa peculiarità, Rhaegar s'accorse di avere qualcosa dentro di sé, una forza strana che lo agitava e lo rendeva ebbro di gioia non appena riusciva a farla scaturire. Non sapeva cosa fosse, ma grazie a quel potere era riuscito a non farsi più bulleggiare dai propri compagni d'età, mentre la madre continuava a fare l'unico lavoro che poteva fare... la puttana. Notti passate a sentire i gemiti della madre, gli ansiti dell'unione, convinsero il giovane a prendere i propri miseri averi e andarsene dalla madre.
Ma dopo anni, era ancora rimasto lì a fianco della madre, a prendersene cura e ad aiutarla. Seppure la odiasse, non poteva lasciarla al suo destino, per quanto lei l'avesse maltrattato e reso una persona che pensava solo a sé stesso, Rhaegar continuava a provare affetto e amore per quell'essere che avrebbe potuto uccidere con un solo pensiero della mente e qualche parola soffusa. Una sera poi, si ammalò.
Quando Rhaegar lo venne a sapere, il sapiente del paese affermò che solo alcune medicine, molto costose, potevano assicurare la guarigione e anche in quel caso non era garantito il successo. La madre si contorceva in dolori mentre pus e sangue fuoriuscivano dall'organo genitale e strani tagli si formavano in tutto il corpo. Non ci voleva molto per capire che si trattava della malattia delle puttane. Sifilide... o peggio.
Conscio del fatto che il suo misero stipendio da mercenario non poteva assicurare alla madre né a sé il sostentamento adeguato, Rhaegar decise di dedicarsi all'avventura, spinto anche da una strana entità che da qualche tempo lo aveva preso sotto la sua protezione e spinto a fare atti malvagi, alimentando la fiamma d'odio e rancore che covava dentro di sé. Dieci persone erano morte negli ultimi tempi e tutte in circostanze misteriose... tutti ex aguzzini di Rhaegar che ora pagavano... che ora servivano Sargonnas come tributo di sangue al dio che lui adorava e del quale era convinto esserne figlio. Altrimenti non capiva come poteva amministrare quel potere che fin da piccolo s'agitava dentro di lui insieme al senso d'irrequietudine, i tratti atipici rispetto a tutti gli altri ragazzini.
Prese armi e bagagli e partì all'avventura ottenendo un discreto risultato e tornando al paese nel giro di qualche mese e lasciando alla madre e al sapiente locale un gruzzolo di monete per poter pagare le cure.
Ma ormai avevano visto tutti con cosa era tornato, con monete sufficienti per vivere anni senza problemi e anziché dare quei soldi a mercanti, la popolazione voleva averli per sé. Rhaegar vide nei loro occhi ciò che bramavano, vedeva sua madre uccisa, la casa in fiamme... senza dire nulla a nessuno, convinse (con minacce) un giovane apprendista a seguirlo e a curare la madre durante quello che si trasformò in un lungo viaggio di stenti per Solace.
Quando vi arrivò, riuscì a trovare una casa migliore (ma non di molto) di quella che aveano nei territori in Neraka, nessuno gli fece molte domande, erano piuttosto riservati, forse intimoriti dalla strana conformazione fisica del ragazzo e del carico che trasportavano con loro.
Dopo altri due anni, in cui i soldi continuavano a calare, Rhaegar trovò lavoro come taglialegna evitando accuratamente di usare il potere che teneva nascosto dentro di sé, ma ben presto capì che sarebbe dovuto partire alla cerca di qualche tesoro un'altra volta. Affidò la madre all'apprendista e all'oste della locanda, sapendo che di loro poteva fidarsi e partì alla volta dell'avventura, sprigionando nuovamente quel suo comportamento cinico e malvagio che gli aveva permesso di sopravvivere per così tanto tempo, mentre il potere dentro di lui, lo sentiva aumentare sempre più.

Caratteristiche

  • Capelli: Argento, lunghi fino alle spalle, altrimenti raccolti a mo’ di coda di cavallo.
  • Occhi: Viola con cambi di tonalità.
  • Comportamento: A causa dei traumi, Rhaegar si è convinto che il mondo sia fondamentalmente popolato da gente che vuole fargli del male. A causa di ciò si è reso insensibile a molte cose, soprattutto al dolore che provoca e al fatto che per perseguire i propri obbiettivi e pronto a fare tutto. O quasi. Tendenzialmente non è un pazzo omicida, senza valide ragioni, e ha un proprio senso di lealtà e di senso del dovere verso chi si rende degno del suo apprezzamento e rispetto. Contro i suoi nemici è spietato e raramente concede pene inferiori a ferire o a fare del male, ma bisogna anche dire che chi si rende nemico di Rhaegar significa che ha toccato il fondo. Rhaegar può odiare e mal sopportare molte persone ma non le uccide per necessità o perché in fondo al cuore la gentilezza che gli è rimasta sana la corruzione del male, ma se decide che una persona è nemica, può anche ignorare la propria salute pur di portare a compimento il proprio dovere.
  • Abitudini: A causa della diffidenza che prova verso il prossimo, Rhaegar gira sempre con vesti poco appariscenti e non ostenta la propria ricchezza, tenendone una parte per le cure della madre che è deciso a visitare una volta ogni tanto per sincerarsi della sua salute. Solitamente spedisce missive a Solace indicando i suoi spostamenti per poter ricevere notizie nel caso ce ne fosse bisogno.

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